Una fotografia è una storia che non ha bisogno di parole, un’esperienza diversa dal narrare le proprie emozioni e vissuti personali con la scrittura o a voce.

Il percorso di narrazione di sé con il supporto delle fotografie nasce proprio da questa premessa: tutti noi rappresentiamo, raccontiamo noi stessi e la nostra realtà usando le parole, filtriamo e razionalizziamo le nostre componenti emotive più forti e inconsce e il loro carico di significati; è un territorio che lasciamo spesso inesplorato, e le fotografie sono uno degli strumenti più potenti per iniziare questa esplorazione.

La narrazione di sé con l’uso della fotografia nasce dalla scuola di Judy Weiser, psicologa canadese che dirige il Centro di Fototerapia di Vancouver, riferimento mondiale per questa pratica. Ho seguito la formazione di Judy Weiser per proporre il percorso nel mio studio, sia integrandolo all’interno di un percorso di psicoterapia, sia come percorso a se stante per chi desidera regalarsi un’esperienza di esplorazione e conoscenza di sé con il mio supporto. 

Perché narrarsi con l’aiuto delle foto

Le fotografie aiutano a conoscersi in modo più emotivo ed empatico perché veicolano messaggi e significati impliciti che possiamo portare a un livello più consapevole. Le parole che usiamo per raccontarci sono spesso intrise anche di giudizi o valutazioni su noi stessi, giudizi con i quali possiamo finire per identificarci. Con l'uso delle immagini e "parlando" alle fotografie è possibile acquisire una prospettiva nuova, diversa, dare voce alla parte di noi che è stata testimone di eventi, situazioni e pensieri del passato senza i giudizi o le elaborazioni razionali elaborate nel tempo.

Grazie alle foto possiamo recuperare la nostra storia passata e rileggerla con le immagini, non solo con i ricordi: le fotografie e le immagini attivano inoltre nuovi ricordi che lo stimolo visivo fornito dalle fotografie torna a rendere attuali, emozioni e sensazioni che la nostra mente ha registrato all'epoca e che credevamo di aver dimenticato ma che in realtà erano lì, silenti in attesa di essere recuperati e ricordati.

 

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Questo viaggio di arricchimento personale può anche portare a scoperte importanti e sorprendenti: l’efficacia di questa tecnica è legata strettamente alla preparazione clinica di chi la propone e la mia presenza come psicologo facilita e tutela questa esplorazione di nodi e nuclei personali che l’immediatezza dell’immagine fa emergere.

Il percorso di narrazione di sé inizia quindi con l’impegno e la disponibilità ad aprire una prospettiva diversa sul proprio mondo e sui vissuti personali, sulla famiglia e la storia delle relazioni familiari, sulle aspettative per il futuro.

È un percorso che può aiutare:

  • a creare lo spazio e il momento per ascoltarsi e osservarsi senza giudicarsi, per arrivare a una autoconsapevolezza e a una conoscenza più emotiva ed empatica di sé  

a promuovere il cambiamento e l’evoluzione personale attraverso ragioni e prospettive nuove e diverse sul proprio mondo e i vissuti individuali.

 

Come è strutturato il percorso

Il percorso di narrazione di sé ha tre fasi, per un totale di cinque incontri.

Il primo incontro conoscitivo serve a condividere la conoscenza delle aree da esplorare e le aspettative sul percorso. La narrazione di sé inizia con un compito impegnativo ma avvincente che definisce il lavoro da svolgere negli incontri successivi: è il momento per selezionare e scegliere gli autoritratti, i ritratti di sé e della propria famiglia, stampandoli o recuperandoli nei propri archivi personali, per costruire l’album personale sul quale lavorare durante gli incontri. 

Scegliere e selezionare le fotografie è come decidere le tappe di un viaggio e costruire una mappa dei luoghi da visitare: significa viaggiare luogo dopo luogo, scoprire quali sensazioni desta ogni tappa, cosa emerge da quello che ci aspettiamo di trovare e cosa ci sorprende in modo inaspettato.

Bellezza e qualità delle fotografie non sono importanti: in questo contesto, sono belle e di qualità le immagini che emozionano e destano ricordi intensi, che ci agganciano a parti importanti del nostro passato e del nostro essere. Concorderemo insieme il tempo necessario per scegliere e raccogliere le immagini, che può arrivare a circa venti giorni.

Nei tre incontri successivi al primo (uno a settimana per circa un’ora e mezza), lavoreremo con le fotografie scelte e seguiremo il tema concordato e definito per ogni incontro, per dare logica e sequenzialità al percorso. Autoritratto, famiglia e relazioni familiari, aspettative sul futuro possono essere i temi portanti dei singoli incontri: una volta scelto il viaggio e i luoghi da visitare, il terapeuta diventa la guida che mostra e suggerisce dove guardare e su cosa soffermarsi e concentrare l’attenzione.

L’incontro finale, dopo due o tre settimane, servirà a condividere e riflettere sul significato delle esperienze emotive emerse durante il percorso, per integrarle con le valutazioni e le riflessioni su se stessi: perché questo passaggio avvenga, è importante che l’esperienza del lavoro con le fotografie abbia il tempo di decantare e di riattivare pensieri e ricordi.

Voglio sottolineare ancora che il senso di tutto il percorso, unico e privato per ogni persona, è l’arricchimento personale attraverso pensieri, emozioni e riflessioni, recuperabili nel tempo da quel bagaglio di viaggio da riaprire ogni volta che ce ne sarà necessità.

Quanto costa

Il percorso comprende l’incontro o i due incontri iniziali, i tre incontri dedicati al lavoro con le fotografie e l’incontro finale.

Tutto il percorso costa 350 Euro.

Come contattarmi

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