I segnali di crisi di una relazione

I segnali di crisi di una relazione

Ci sono situazioni nelle quali, pur facendo del proprio meglio, non è possibile creare le condizioni per continuare una relazione a due. Numerosi contributi da parte di clinici che si occupano di vita di coppia forniscono indicazioni e suggerimenti su come scegliere un partner, su come costruire una relazione salda e mantenerla nel tempo, e su cosa fare per superare una crisi.

Spesso si pensa che con intento e impegno da parte di entrambi i partner, una relazione di coppia possa superare qualsiasi criticità. Ma a volte, poco importa quanto i partner si impegnino a salvare o portare avanti una relazione nonostante le difficoltà: la relazione semplicemente non funziona. 

Partner amorevoli e affettuosi che si sono persi solitamente entrano in un forte stato di sofferenza all’idea di creare dispiacere o disagio al partner o si colpevolizzano per non essere riusciti a far funzionare la relazione. Nonostante numerosi tentativi falliti di sistemare le cose, non si rassegnano all’idea che la relazione comunque non funzioni e sia destinata a finire.

Le coppie che si sono appena formate desiderano stare bene insieme, passare insieme tempo di qualità, approfondire la reciproca conoscenza e raggiungere un livello di complicità e intimità più profondo. Tuttavia, dopo aver tentato di tutto per far crescere la relazione, se questa comunque continua non funzionare possono subentrare emozioni come il senso di colpa, vergogna, il rimpianto o la paura di riprovarci con un nuovo partner.

Ci sono motivi reali e comprensibili per cui le persone possono avere difficoltà nel buttarsi alle spalle una relazione che continua a non funzionare. Poco importa quante risorse abbiano investito nel tentativo di rimediare. Se hanno entrambi fatto del proprio meglio e ciascuno riconosce all’altro questo tipo di impegno, non è forse bene continuare a soffrire all’idea di avere fallito o sbagliato qualcosa. In questi casi potrebbe essere più conveniente pensare a come usare ciò che hanno capito di sé in quella relazione e pensare che una nuova relazione possa essere più soddisfacente e meno frustrante. 

A volte, piuttosto che continuare a darsi pena per non riuscire a far funzionare una relazione, può essere vantaggioso cercare di mettere a fuoco quei segnali che ci indicano che la relazione è in crisi.

Se le coppie si ostinano a rimanere in una relazione che, nonostante i tentativi, non migliora né progredisce, rischiano di giocarsi l’opportunità di mettere a frutto ciò che quella relazione ha insegnato loro.

Di seguito, undici dei segnali più comuni che indicano che una relazione è in uno stato di sofferenza.

 

  1. Segni di insofferenza che col tempo iniziano a infastidire

Ogni nuova relazione ha sia momenti di interazione piacevoli sia momenti che lo sono meno. Le coppie che si frequentano da poco tempo hanno la tendenza ad apprezzare maggiormente le interazioni reciproche positive e soddisfacenti e a minimizzare l’importanza di quelle che creano fastidio. Sfortunatamente, nel tempo alcuni dei comportamenti che provocano stress e fastidio nel partner tendono a intensificarsi e diventano difficili da ignorare.

Si tratta di comportamenti anche banali ma che cronicizzandosi possono provocare progressiva irritazione, ad esempio comportamenti come lasciare gli abiti sul pavimento, essere sempre in ritardo o dimenticare un impegno preso.

Ce ne possono essere anche altri più compromettenti e difficili da accettare come ad esempio non tagliare i ponti definitivamente con un ex, abitudini come bere troppo o non essere puntuali con il pagamento delle bollette o dei conti. Quando questi comportamenti fastidiosi arrivano a un punto estremo, l’altro partner può non essere più disposto a tollerarli.

Quando una relazione è compromessa da motivi di risentimento legati a comportamenti che non si vuole modificare, l’equilibrio della relazione può andare nella direzione sbagliata. La parte bella e appagante della relazione che univa i partner rischia di essere progressivamente erosa dai fastidi legati a disattenzioni più o meno grandi.

Nel bilancio globale prevale la parte negativa su quella positiva e l'esito è spesso un reciproco allontanamento.

  1. Comportamenti inaccettabili che non erano evidenti all'inizio della relazione

La maggior parte delle persone che iniziano una relazione nuova celano al nuovo partner, , più o meno intenzionalmente, i comportamenti passati che possono aver condizionato negativamente le relazioni sentimentali precedenti. Così facendo, sperano che una volta che la relazione si sia consolidata i loro partner siano più ben disposti e indulgenti nei confronti di eventuali trasgressioni passate.

Poco importa quando tollerante e comprensivo possa essere il nuovo partner: ci sono confessioni e ammissioni che possono mettere a dura prova anche la più entusiasmante e coinvolgente delle relazioni.

Il partner che ha dato piena fiducia all’altro può non riuscire ad accettare aspetti del passato omessi all’inizio della relazione.

Alcuni degli esempi più comuni sono:

  • Debiti che pesano sulle risorse economiche di entrambi
  • Figli di cui non si era mai parlato
  • Relazione precedente non definitivamente chiusa
  • Matrimonio precedente
  • Malattia ereditaria
  • Genitore intrusivo e controllante che è in agguato
  • Rischio di contagio a causa della presenza di malattie sessualmente trasmissibili;  
  • Uso di alcol o sostanze.

Ogni comportamento passato nascosto potrebbe risultare inaccettabile per un nuovo partner e portare a una rottura una volta rivelato. 

  1. Esigenze di base che si escludono a vicenda

Quando i nuovi partner di una coppia iniziano una relazione, focalizzano maggiormente l’attenzione sulle cose che possono apprezzare l’uno dell’altro, lasciando dei margini di tolleranza per le differenze reciproche. Spesso cercano di posticipare le richieste relative ai loro bisogni individuali: se non sono soddisfatti ora all’interno della relazione, non è detto che non lo possano essere in un futuro.

Quando al momento opportuno manifestano le proprie esigenze può accadere che da parte del partner non ci sia l’interesse o la disponibilità a soddisfarle. Può allora accadere che alcune persone si accorgano di non poter vivere serenamente senza che siano soddisfatte determinate condizioni per loro basilari, relative a desideri e aspirazioni personali.

Alcuni esempi di queste aspettative possono essere: esigenze diverse nella sfera sessuale, progetti di vita a due antitetici, obiettivi di carriera più o meno ambiziosi, atteggiamenti inclusivi o esclusivi con gli ex o con le famiglie di origine.

Come dovremmo investire il nostro denaro? Qual è il luogo dove vorrei vivere? Quanti figli vogliamo avere, se decidiamo di averne? Dobbiamo farci carico dei nostri genitori? Quali sono i criteri con cui scegliamo i nostri amici? Quanto tempo possiamo pensare di passare distanti o separati? Come affrontiamo le questioni di conflitto fra noi? Questi possibili temi emergono raramente all'inizio di una relazione.

Queste domande vengono poste solitamente quando la relazione è già avviata. È infatti in una fase più matura del rapporto che i partner iniziano a manifestare le esigenze di cui non possono fare a meno, sulle quali possono arrivare a un compromesso o che invece non intendono modificare. Questi bisogni diversi devono essere valutati da entrambi con il massimo rispetto, considerando in modo onesto quali sono i margini per un reciproco adattamento e quali invece sono le condizioni inaccettabili.

  1. Disillusione

Ogni nuovo amore porta con sé una visione parziale della realtà. Gli aspetti positivi e coinvolgenti della relazione sono apprezzati maggiormente nella convinzione che possano durare a lungo nel futuro. Sforzarsi di passare sopra ai difetti valorizzando al massimo le qualità del partner che lo rendono unico è un’abitudine che sorge naturale.

Col tempo, è normale però che questo sguardo di estrema benevolenza diventi più realistico e che ciascun partner, conoscendo l’altro in modo più profondo, inizi a vederne anche i limiti. Ciò che poteva essere considerato auspicabile o altamente desiderabile all’inizio potrebbe avere un risvolto meno piacevole man mano che la relazione prosegue.

Per esempio, un partner molto coinvolto in un progetto di lavoro potrebbe inizialmente impressionare molto positivamente il partner, tuttavia in un secondo momento potrebbe emergere un certo fastidio rispetto al fatto che continui a dare la priorità ad aspetti legati al lavoro invece che alla coppia.

Un partner dall’aspetto molto attraente che però dedica molto tempo a mantenere la propria forma fisica potrebbe apparire come eccessivamente auto centrato. Una persona cauta nelle spese potrebbe nel tempo apparire come tirchia o intenzionata a fare sempre economia. Un amante appassionato potrebbe rivelarsi meno disponibile quando emergono diverse priorità e urgenze. Una persona che prometta meno nella fase iniziale della relazione ma che riservi poi inaspettate qualità è una sorpresa piacevole, tuttavia accade di rado.

I partner di una coppia difficilmente si focalizzano sui motivi di potenziale disaccordo: quando la situazione supera la fase iniziale di luna di miele, si trovano a fare diverse valutazioni rispetto a ciò che è buono per loro, cosa occorre migliorare e cosa invece risulta inaccettabile.

  1. Fattori di stress esterni alla coppia

All’inizio, l’energia di una relazione appena iniziata sembra inesauribile. L’unione dei due partner dà molto di più della somma dei due. All’inizio i partner affrontano in modo energico situazioni nuove e sfidanti e sentono di poter affrontare qualsiasi difficoltà insieme.

Purtroppo, le risorse interne non sono inesauribili e molti fattori di stress esterni alla coppia possono metterne a dura prova la relazione. Malattie importanti, incidenti, perdita di stabilità finanziaria, bisogni familiari, lutti o perdite possono essere eventi che tolgono alla coppia la capacità di affrontare le difficoltà che si presentano. Se queste fonti di stress continuano nel tempo, i due partner possono perdere la fiducia nella capacità di coppia di affrontarle ma soprattutto di superarle. 

Gli eventi stressanti mettono a dura prova la tenuta di una coppia, ma possono anche essere occasione di crescita e maturazione. Non riuscire a superarli insieme può far sentire uno o entrambi i partner soli: entrambi continuano a condividere molte cose, ma il sentimento di non poter contare sull’altro inizia a farsi strada e con esso la convinzione di essere di fatto soli di fronte alle sfide della vita. Perdere fiducia nell’altro e quindi nel supporto che la coppia può dare porta a un allentamento progressivo. 

Spesso c’è solo troppa sofferenza da dover affrontare, e qualsiasi relazione può andare in crisi quando troppo è troppo.

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  1. Lotte di potere

All’inizio di una relazione, entrambi i partner si impegnano a trovare delle soluzioni di compromesso. Prendono decisioni insieme, si sforzano di valutare le opzioni di entrambi e cercano di arrivare a un accordo. Dividendosi la responsabilità nel prendere decisioni diventano un team integrato, capace di individuare soluzioni che soddisfino entrambi.

Man mano che la relazione matura e cresce, ciascun partner può esprimere i propri desideri e aspettative in maniera più manifesta. Questo processo può portare a un irrigidimento delle proprie posizioni: ciascuno difende la sua nel tentativo di convincere l’altro ad adeguarsi.

L’intenzione iniziale di condividere le decisioni potrebbe diventare un problema se uno dei due partner desidera passare più tempo da solo e l’altro vuole passare quel tempo con altre persone. Ad esempio, un partner può voler introdurre nuovi amici all’interno della relazione o passare più tempo fuori con altre persone. A volte un partner ha bisogno di tranquillità, di momenti da solo, mentre l’altro si sente solo e abbandonato. Allo stesso modo, un partner nel passato può avere usato modi seduttivi e concilianti per convincere il partner, ma adesso ha perso la pazienza e usa metodi più intimidatori e categorici.

Col tempo, la ricerca di una soluzione comune viene sostituita da atteggiamenti più aggressivi e meno concilianti che mirano ad affermare il volere dell’uno sull’altro. Questi atteggiamenti possono portare a vere e proprie lotte di potere all’interno della coppia, che determinano allontanamenti, rabbia, recriminazioni. La leva del senso di colpa per mettere in difficoltà l’altro non tarda ad arrivare.

A volte i partner non si rendono nemmeno conto di agire in questo modo, ma diventa presto chiaro come una proposta semplice e innocua possa diventare una pretesa o un’aspettativa che non può essere delusa. Dall’essere un team affiatato che lavora per un obiettivo comune, i partner si trasformano in avversari in campo, dove ciascuno tutela propri bisogni a scapito di quelli dell’altro.

  1. Rimanere a un livello superficiale senza approfondire la relazione

È difficile per chiunque essere completamente autentico e aperto all’inizio di una relazione. Rimanere su un livello superficiale, con l’intento di rimanere leggeri e mai pesanti è un obiettivo molto frequente all’inizio di una relazione.

Ma più la relazione cresce, più le coppie destinate a continuare la loro relazione passano a un livello più profondo di comunicazione e si espongono maggiormente, aprendosi e manifestando paure, difficoltà e limiti. Desiderano essere conosciuti dal partner anche per gli aspetti di maggiore vulnerabilità e ascoltarsi in modo più profondo, aumentando la ricchezza e la profondità della comunicazione reciproca.

Accade tuttavia che alcune persone non riescano ad andare oltre una comunicazione superficiale e poco impegnata; senza il coraggio o la capacità di entrare in una connessione più intima e profonda la relazione nel tempo potrebbe esaurirsi.

Ci possono essere diverse ragioni per cui un partner fatica ad accedere a un livello più profondo di comunicazione. L’insicurezza può far temere che la rivelazione all’altro di parti più vulnerabili di sé possa esporre a giudizi, o che l’altro possa approfittarne. 

Forse in passato, in altre relazioni, ci sono stati dei tentativi di apertura che hanno generato rifiuti o abbandoni, e che agli occhi della persona che si è esposta sono risultati penalizzanti. Oppure, se un partner ha fatto dei tentativi di apertura nel corso dell’attuale relazione, l’altro partner può essersi mostrato poco ricettivo o attento.

Una conversazione più intima e profonda diventa allora più difficile e la speranza di una condivisione più profonda inizia a sfumare. Presto le conversazioni della coppia si spostano sulla descrizione di fatti quotidiani, su come loro interagiscono con le altre persone all’esterno della coppia piuttosto che su come interagiscono fra loro, all’interno della coppia. 

Col tempo, le interazioni diventano ritualizzate, richiedendo sempre meno sforzo e coinvolgimento. All’esterno i due partner possono sembrare assolutamente compatibili, mentre in realtà stanno semplicemente replicando schemi di interazione consolidati e ritualizzati che risultano sicuri e poco pericolosi.

Nel tempo, però, i partner possono manifestare il desiderio di entrare in una dimensione di maggiore connessione e complicità con un'altra persona, e iniziare la propria attenzione a una persona esterna alla coppia.

  1. Noia 

La costante scoperta delle trasformazioni interne ed esterne del proprio partner è la base di una relazione duratura e profonda. Poiché i partner coinvolti in una nuova relazione trovano appagamento reciproco, spesso perdono di vista la propria crescita personale che rimane un requisito per una relazione soddisfacente.

Una coppia che ha fatto molti sforzi per conoscersi in modo profondo e arriva alla fine di questa scoperta, inizia a dare per scontati molti aspetti della relazione e a infondervi meno energia e risorse, perché la considerano ormai acquisita.

A volte, dicendo “non sono forse abbastanza così come sono?”, oppure “quando mi hai conosciuto sapevi com’ero e ti andava bene” nascondono il disinteresse per una crescita continua.

Spesso, uno dei due partner evolve mentre l’altro rimane fermo: se una serie di richieste, suppliche o cambiamenti richiesti non modificano questo pattern, la persona che una volta era affascinata si sentirà ingabbiata negli stessi schemi e deciderà di andarsene.

  1. Freddezza – insensibilità

Le relazioni si sviluppano secondo due principali direzioni: crescita, fatta di condivisione ed entusiasmo, e momenti di difficoltà che possono lasciare ferite. Se una relazione produce costantemente ferite e non cresce, il segno lasciato da queste ferite pervade la relazione e la porta alla fine. Se nella relazione i momenti di arresto si alternano a momenti di crescita, ci sarà un flusso continuo in cui i due partner alterneranno momenti in cui non sono pienamente allineati a momenti in cui trovano una piena armonia. Queste relazioni solitamente continuano per lunghi periodi, ma possono essere logoranti.

Quando una relazione porta raramente a ferite ed è in costante trasformazione, i partner sono tra quelle persone destinate a non perdere l’interesse reciproco. Può anche accadere che in una relazione non ci siano né momenti di conflitto o tensione, né momenti di crescita. A uno sguardo superficiale, può sembrare una relazione riuscita, ma la mancanza di energia e di coinvolgimento può essere un segnale importante che qualcosa non sta andando come dovrebbe.

I partner potrebbero avere assunto comportamenti prevedibili ed essersi abituati a dare per scontate le loro azioni e parole, e accade così che non sentano più il bisogno di prestare particolare attenzione a quanto sta accadendo loro. Non ci sono sorprese, sfide, né elementi di crescita reciproca. La vita a due procede in modo routinario e finché non ci sono conflitti, non sentono diminuire la motivazione a stare insieme. Tuttavia pur non essendoci motivi rilevanti di conflitto, col tempo l’abitudine si trasforma in noia e passività.

Il sentimento di noia porta con sé la curiosità di qualcosa di nuovo e di più entusiasmante, con l’esito che spesso si cercherà questo “qualcosa” al di fuori della coppia.

  1. Abitudini di dipendenza che diventano più importanti della relazione

I comportamenti di dipendenza da sostanze sono l’esempio più evidente. Si tratta di abitudini compulsive dove l’esigenza di soddisfare un bisogno legato alla dipendenza allontana i partner e provoca un danno a lungo termine nella relazione.

Il bisogno di soddisfare una dipendenza entra in competizione con l’interesse primario nella relazione e ne risucchia le energie. D’altro canto, la persona che si trova ad avere un partner con una dipendenza non ha molte possibilità di decidere le sorti della relazione. Solo il partner che è coinvolto nelle condotte di abuso può decidere di dare una diversa e nuova priorità alle energie che al momento investe altrove.

Quando il partner che ha una dipendenza rifiuta di considerare il costo che la sua abitudine compulsiva ha sulla relazione, è quasi inevitabile che il partner costretto a subire la situazione rivolga il proprio interesse altrove.

  1. Escalation di incomprensioni e fraintendimenti

Molte persone coinvolte in relazioni di vecchia data dimenticano di ascoltare con attenzione e tendono a giungere a conclusioni immediate, in particolare rispetto a ciò che il partner starebbe pensando o dicendo. La confidenza reciproca può indurre a supporre di sapere perfettamente cosa il partner pensi o di cosa abbia bisogno anche quando le esigenze dell’altro sono cambiate.

Le sfide e gli impegni della vita possono allontanare le energie dei partner dalla relazione e indurli a pensare di sapere già tutto sull’altro, rendendoli meno disponibili all’ascolto e alla comprensione. Continuare a fare valutazioni e a giungere a conclusioni basandosi sulle vecchie informazioni significa perdere significati importanti che entrambi potrebbero trovare ascoltando l’altro con attenzione.

Presto accade che la comunicazione di coppia diventi uno scambio laconico di frasi e di valutazioni approssimative. I partner perdono l’interesse reciproco e non riescono a chiarire le incomprensioni. Mentre queste interazioni distruttive aumentano, i partner possono non voler più arrivare a un chiarimento, accumulando fraintendimenti e omissioni.

Forse questi segnali di avvertimento possono essere individuati con sufficiente anticipo in una fase della relazione in cui ci sia ancora energia per ridefinirla.

Molti errori ma nessun rimpianto potrebbe essere il miglior modo di chiudere una relazione: avere iniziato un viaggio insieme con fiducia e speranza e concluderlo con tristezza non è un fallimento se i partner non usano la colpa o l’accusa reciproca per cancellare ciò che di buono hanno imparato.  

Quando avviene la separazione ed entrambi rispettano ciò che hanno imparato l’uno dall’altra, il fallimento di una relazione non implica il fallimento di una vita. Spesso, quando ci si trova nella relazione successiva, molte persone si rendono conto che gli aspetti positivi che sono in grado di condividere sono anche un risultato diretto di ciò che hanno appreso nella precedente relazione.

 

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